Risposta
all’interrogazione a risposta scritta n. 4-03403 dell’On. Russo Spena (res.
N. 171 dell’ 8.7.2002)
- Testo
dell’interrogazione:
-
- RUSSO SPENA –
Al Ministro della giustizia, al Ministro della salute. – per sapere –
premesso che:
- il detenuto
Mario Calabrò, di sessantaquattro anni, che vive con stampelle e carrozzina
per precedenti malattie, ha iniziato il 10 giugno 2002, nel reparto G8 del
carcere di Rebibbia, lo sciopero della fame, della sete e della terapia;
egli è esasperato perché ritiene di aver subito l’ennesimo torto
aggiuntivo alla pena che sta scontando: Calabrò sostiene che un infermiere
incapace gli ha lasciato, facendo una puntura, un ago ipodermico nel gluteo
sinistro; l’ago movendosi è andato a finire nello scavo pelvico; in
seguito ad una caduta Calabrò , che è ridotto in stato fisico e psichico
penoso, che appare, a prima vista, incompatibile con la condizione
carceraria, l’ago si è spezzato in due parti, come risulta dall’ultima
lastra. Lo stesso neurologo, in data 8 marzo 2002 annota, in cartella
clinica, che l’ago verosimilmente provoca la stessa sintomatologia
dolorosa al paziente (per la vicinanza del nervo sciatico e della vescica);
quanto sostenuto dal Calabrò è ampiamente documentato da referti medici
– se siano a conoscenza di questo emblematico, ennesimo caso di “mala
sanità” in carcere; se non ritengano necessario avviare un’indagine
conoscitiva sull’effettivo funzionamento della sanità nelle carceri;
quali iniziative intendano intraprendere affinché casi come quello esposto
in premessa non abbiano più a verificarsi.
(4-03403)
Risposta
del Ministro della Giustizia
- Con riferimento
all’interrogazione in oggetto indicata, si rappresenta che il detenuto
Mario Calabrò, nato a Roma l’1.1.1935, arrestato il 3.12.1998, condannato
per i reati di ricettazione, furto , bancarotta ed altro, con fine pena
stabilito per la data del 4.9.2013, ha posto in essere nei mesi di aprile,
maggio e giugno 2002, forme di protesta (sciopero della fame, minacce di
autolesionismo) in quanto non riteneva di essere adeguatamente curato.
- La Direzione
della Casa Circondariale di Roma Rebibbia ha invece smentito tale
situazione.
- Tra l’altro,
il Calabrò, nel mese di aprile 2002, ha rifiutato il ricovero presso il
Centro Diagnostico terapeutico annesso alla Casa Circondariale di Perugina,
dove era stato assegnato per disposizione ministeriale per l’effettuazione
di un intervento chirurgico.
- Inoltre, dalla
certificazione medica redatta dal Dirigente sanitario in data 24.4.2002, si
evince che il detenutoӏ da anni portatore di corpo estraneo al gluteo
sinistro (frammento ago metallico), il cui evento iniziale è
indefinibile”. Lo stesso risulta altresì affetto da “epatopatia cronica
H.C.V. correlata”, presenta difficoltà di deambulazione, per cui fa uso
di due bastoni canadesi ed è aiutato da un piantone, ed ha più volte
affermato di non voler essere sottoposto ad interventi chirurgici.
- La
predetta Direzione ha anche comunicato che al detenuto è assicurata una
attenta e continua assistenza sanitaria, che lo stesso è seguito dall’angiologo,
dall’urologo e dal cardiologo e che, ove necessario, viene attivata la
procedura del ricovero in luogo esterno di cura secondo la vigente
normativa.
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